Total Tempa Rossa, cantieri per la criminalità

16 settembre 2017 | 17:32
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Total Tempa Rossa, cantieri per la criminalità
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Total Tempa Rossa, cantieri per la criminalità

Tra gli assunti in una ditta dei cantieri Total, Vincenzo Pistritto, pregiudicato, sospettato di essere affiliato alla “Stidda”, organizzazione mafiosa creata dagli espulsi dalle cosche di Cosa Nostra

Petrolio, lavoro, vertenze, licenziamenti, strane assunzioni, atti vandalici, spaccio, minacce, omertà. Sono le parole chiave che narrano degli affari intorno al megacantiere Total di Tempa Rossa. Non un giro di affari, ma un girone, un girone nel senso dantesco, alimentato da cerchi opachi e cornici ombrose. Sarà vero? Rocco, il nostro interlocutore che in quella zona ha lavorato fino a ieri, ci aiuta a capire. “So di un ristoratore della zona che è stato minacciato”. Perché? “Vendeva panini e bibite con un camioncino, il sabato, a ridosso del cantiere. Ora ha smesso, con il dispiacere degli operai per i quali quel servizio era utile. Qualcuno ha deciso così.”

Operai licenziati e pregiudicati assunti

Sembra che alcune aziende dell’indotto siano avvezze all’assunzione di ex carcerati anche di provenienza calabrese e siciliana. La Tecnomec, un’azienda subappaltatrice della Tecnimont, chiude e licenzia gli operai. Alcuni vengono riassorbiti in altre aziende dell’indotto, altri no. Tra quelli riassorbiti ci sarebbe Vincenzo Pistritto, pregiudicato, 49enne di Gela, da circa tre anni assunto alla Tecnomec. Arrestato in Sicilia nel marzo del 2009 insieme a Calogero La Mantia, ex brigatista, e altri sei.

Le accuse a loro carico erano di associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata alla detenzione di armi ed esplosivi e sequestro di persona a scopo di estorsione. All’epoca Pistritto è sospettato di essere affiliato alla “Stidda”, organizzazione mafiosa creata dagli espulsi dalle cosche di Cosa Nostra.

“In un’intercettazione Vincenzo Pistritto a bordo di un’auto discuteva le modalità operative per l’assalto ad un furgone, descrivendo nel dettaglio quali armi usare e quanto esplosivo impiegare sullo sportello del furgone e quale effetto avrebbe determinato l’esplosione, quali vie di fuga seguire dopo aver conseguito il bottino, dove nascondere i mezzi e quali le possibili e sicure vie di fuga successivamente al delitto.”

La rapina non sarebbe stata compiuta per un preciso diniego della consorteria mafiosa di “Cosa Nostra” che non condivideva un’azione militare così eclatante.

Nel dicembre 2012 la sentenza di assoluzione per associazione mafiosa. Per il tribunale di Gela il fatto non sussiste. Lo stesso tribunale, però, propone la libertà vigilata per Pistritto.

Perché Pistritto viene riassunto e altri lavoratori no? Rocco fa spallucce e sorride.

Ci sono ex detenuti assunti per fare la guardia giurata?

(continua nelle pagine seguenti)

A parte il caso di Vincenzo Pistritto, che può essere annoverato tra gli atti di bontà della ditta che lo ha assunto, ci sarebbero altri casi di assunti ex carcerati provenienti da Calabria e Sicilia, oltre che dalla Basilicata. Esiste un programma di inserimento lavorativo per queste persone, monitorato dalle autorità locali? Esiste un accordo, un protocollo con le autorità carcerarie di provenienza degli ex detenuti? A noi non risulta. Risulta invece che alcuni sarebbero assunti in società che si occupano di sicurezza nei cantieri. Alcuni ex detenuti farebbero la guardia giurata.

E’ possibile che alcuni ex detenuti siano al servizio di qualche gruppo criminale?

Abbiamo già raccontato di episodi di stampo malavitoso accaduti in quella terra del petrolio. Corleto Perticara, Guardia Perticara, fin giù nella valle tra i cantieri del Centro Oli dell’Eni. Gli ultimi fatti riguardano i cantieri della Total. Auto e mezzi da lavoro incendiati, risse tra spacciatori, sparatorie notturne, furti di automezzi, estorsioni.  La domanda la giriamo a Rocco: “Certe persone sono lì per non fare accadere le cose, ma da molti mesi, però, quelle cose succedono”. Si dice in giro che ci sono delle ditte calabresi che vogliono occupare il mercato, ingrandirsi a discapito di altre ditte”. Ma ci sono o no tra gli assunti i pregiudicati? “Un giorno sono arrivati i carabinieri, quelli incappucciati, a prelevare un operaio siciliano che lavorava sotto falso nome, era un ricercato.” Il nostro Rocco racconta di molte cose strane, per esempio nel giro delle assunzioni.

Ti assumono a tempo indeterminato per ottenere le agevolazioni e poi pretendono le dimissioni

Sarebbe consuetudine invitare i lavoratori alle dimissioni specie quando danno fastidio o pretendono diritti. Sarebbe consuetudine magari fare giochetti sulle buste paga. “Fai 8 ore, ma te ne pago 6 o 4. Qualche volta ti dimezzano lo stipendio.” Queste aziende lavorano per la Total e la Total non sa niente? “Non credo che alla Total sappiano di queste cose. E poi queste aziende spesso lavorano per altre aziende più grandi che a loro volta hanno contratti con la Total”. Insomma una specie di bambole russe o se vogliamo di scatole cinesi.

A proposito di scatole cinesi, non sarebbe inopportuno per la magistratura indagare sugli intrecci societari di alcune aziende. Molti episodi criminali si sarebbero verificati da quando alcune società si sono affacciate sul mercato attraverso aziende che già lavorano nell’area di Tempa Rossa. Si tratterebbe di società calabresi.

Il mercato degli affitti

Alcune aziende speculerebbero sugli alloggi degli operai dell’indotto. Su ogni camera ci guadagnerebbero fino al 400% in più del dovuto. Se la ditta paga 100 euro per un alloggio dell’operaio, in quell’alloggio il subaffittuario ci mette 4 operai. L’affittuario ci guadagna per uno, il subaffittuario per 4. “E’ capitato che gli operai abbiano trovato le serrature dell’alloggio cambiate perché il subaffittuario non pagava il canone, nonostante le loro ditte pagassero al subaffittuario.”

Tempa Rossa è una palude di sottosviluppo

Tra quelle acque melmose vivacchiano le prepotenze di ditte piccole e grandi beneficiate da coperture politiche. Tra le siepi abbondanti si nascondono abusi perpetrati ai danni dei lavoratori. Diritti calpestati in nome del denaro. E’ come un territorio franco, lontano dalla civiltà, dove il gioco mafioso comincia a piacere a molti. Se stai da una parte sei protetto, se sei dall’altra parte sei in pericolo. Qui è un putiferio di piccole aziende, ditte individuali, liberi professionisti gli uni contro gli altri, tutti a mungere dal colosso francese. Un micro sistema fragile, permeabile, destinato a morire con la fine del Cantiere. Mentre la Total continua imperterrita nel suo disegno predatorio, il resto del mondo intorno lotta per la supremazia nel territorio degli affari. I cittadini soccombono alle prepotenze degli affaristi, le comunità si chiudono nel silenzio. Qui si respira aria di rassegnazione, quella rassegnazione che corrode le coscienze e poi le uccide. Qui, come altrove, la Total, lascerà solo macerie, mentre le mafie depositeranno le uova della loro cultura. Qui è una palude di sottosviluppo che un giorno nessuno più potrà bonificare.