Basilicata, posti di lavoro persi: l’assessore Cupparo smentisce se stesso e giunge finalmente a una confusione

Il titolare del dipartimento regionale Attività produttive, è tornato sulla vicenda Exos, 350 posti di lavoro persi, intorbidendo l’acqua dopo che arrampicandosi sugli specchi è rovinosamente caduto nei vuoti di memoria

L’assessore regionale alle Attività produttive è tornato sulla vicenda Exos, 350 posti di lavoro persi, intorbidendo l’acqua dopo che arrampicandosi sugli specchi, è rovinosamente caduto nei vuoti di memoria. Non vogliamo entrare nella polemica politica tra quelli di prima e quelli di oggi, le notizie da noi pubblicate in questi giorni sulla faccenda hanno l’esclusivo scopo di informare l’opinione pubblica. Dopo l’ultima uscita di Francesco Cupparo, ieri 26 febbraio, abbiamo il dovere giornalistico di chiarire quanto l’assessore prova a confondere.

Una premessa a sostegno della confusione

Ecco cosa scrive l’assessore nel suo terzo tentativo di giustificare l’ingiustificabile:

“Voglio iniziare chiedendo scusa alla società Exos che, certamente a sua insaputa, viene coinvolta in una guerriglia locale avviata quasi certamente da esponenti politici e associativi che cercano, con questo artificio, di far dimenticare ai lucani i 10 milioni di euro spesi in tre anni per trasferire sviluppo tecnologico alle nostre aziende che non hanno mai visto chi doveva trasmetterglielo.”

La questione a cui fa riferimento l’assessore non riguarda il progetto Exos. Si fa confusione. Il progetto a cui si riferisce l’assessore riguarda, invece, la T3 Innovation. Su questo progetto, che rischiava la chiusura forse proprio per causa di Cupparo, c’è stata una levata di scudi da parte di tutti: da Confindustria, ai sindacati, alle singole imprese agli enti di ricerca e all’Università il che dimostrerebbe la bontà di quel progetto. Progetto che pare sia stato completato. Tant’è che un paio di mesi fa gli uffici regionali hanno rilasciato al Raggruppamento di imprese l’attestazione di esecuzione dei lavori a regola d’arte liquidando anche delle somme.  Dunque delle due l’una: o l’assessore dice il vero, e quindi la Regione, il RUP e tutto il resto del mondo non avrebbero dovuto liquidare le somme e quindi comunicare la faccenda alla Procura, oppure Cupparo mente o non ricorda bene i fatti che, tra l’latro sono recenti.

L’ennesima spiegazione polemica di Cupparo e i chiarimenti necessari

Fatta questa doverosa premessa, prima di andare avanti, al lettore conviene leggere qui, l’ultima – la terza – spiegazione dell’assessore Cupparo sulla figuraccia dei 350 posti di lavoro persi e finiti in Piemonte.

Non entriamo nella polemica politica tra quelli di prima e quelli di oggi e andiamo alla sostanza dei fatti:

Mentre nella prima dichiarazione ufficiale l’assessore, afferma di non essere a conoscenza del progetto della Exos, oggi si scopre che è stata fatta una indagine nel Dipartimento e sono emerse molte cose: dall’incontro con un esponente della Exos fino allo scorso ottobre, di cui si era già parlato, alle altre comunicazioni citate. Delle due l’una: l’assessore sapeva, o non sapeva?

Le interlocuzioni, è opportuno ricordarlo, sono esattamente queste: L’azienda aveva iniziato un percorso qui in Basilicata nel 2018 e, sino ad ottobre 2020, suoi funzionari si aggiravano ancora nei corridoi del Dipartimento, per quale motivo? Anche qui, delle due l’una: o le aziende americane hanno molto tempo (e denaro) da perdere per inviare loro esponenti a verificare le possibilità di investimento in Basilicata, oppure hanno provato fino alla fine a chiudere un progetto in accordo con la Regione che, però, non ha mai concesso tempo/professionalità utili alla causa. È forse banale, ma pare opportuno ricordarlo: se la Regione non è d’accordo – preliminarmente – non ha senso per l’azienda candidare al Mise un progetto di investimento su quel territorio. Lo fa direttamente su un altro che gli dimostra disponibilità. Per questo c’è stato il nulla di fatto.

La prima interlocuzione della Exos con la Regione Piemonte è avvenuta a valle dell’ultimo incontro di ottobre 2020 con la Basilicata (ora ammesso dall’assessore). In Piemonte in soli 3 mesi la Exos ha concluso l’accordo. Negli articoli di stampa in quei giorni si fa riferimento alla Basilicata non a caso.

Non si fa menzione, nell’ultimo comunicato dell’assessore delle mail di continuo sollecito inviate dall’azienda a un dirigente regionale e, in copia, allo stesso Cupparo: le ha ricevute o no? E se sì, perché non ha risposto? Perché in prima battuta ha negato di sapere del progetto?

Chiudiamo con un’altra domanda a Cupparo; è vero che subito dopo la pubblicazione del nostro primo articolo sulla vicenda l’assessore, attraverso suoi delegati, ha provato a recuperare la figuraccia chiedendo alla Exos di intervenire con una comunicazione a supporto delle tesi della Regione? Non siamo ottimisti circa la risposta. Sappiamo di certo che, nel caso fosse vero, la Exos non si sarebbe prestata a questo gioco.

Per noi finisce qui. Abbiamo informato l’opinione pubblica lucana su una vicenda che mortifica i nostri giovani laureati e disoccupati. Abbiamo fatto il nostro dovere di giornalisti basandoci sui fatti e non sulle capriole di un linguaggio burocratico confuso e distorto. I tentativi di risposta dell’assessore sono finiti nella polemica politica, un modo solito di confondere le acque e fuggire dalle proprie responsabilità. Rimane il fatto che 350 posti di lavoro qualificato la Basilicata li ha persi e il Piemonte li ha incassati. Frutto di negligenza, superficialità, provincialismo, inadeguatezza della politica.