Presidente Bardi, non prendiamoci in giro

Basta con i rutti retorici lanciati a casaccio, ccà nisciuno è fesso. Si faccia spiegare la faccenda da quelli di prima, ma anche da qualcuno di oggi: Vincenzo Baldassarre e Pasquale Pepe, per esempio

Michele Finizio

“Si tratta di una misura molto attesa che offre una grande opportunità al territorio lucano: un territorio che racconta la storia attraverso l’economia agricola tradizionale. Un patrimonio inestimabile che merita di essere valorizzato”, ha commentato il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. Eccola qui la misura.

Tra gli interventi finanziabili la rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale”, la “protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”.

Paesaggi rurali devastati da pale eoliche e impianti fotovoltaici accasciati su terreni agricoli. È questa la Basilicata di oggi. Mi chiedo quanto ci sia rimasto da proteggere e valorizzare nelle aree rurali. Parliamo di quelle sulla direttrice della Potenza-Melfi che affaccia sui paesaggi di Avigliano, Filiano, Atella, Ginestra, Rionero, Rapolla fino alla città federiciana? Torri eoliche a vista, copiose trafiggono le colline. I paesaggi rurali di Grottole, Cirigliano, Acerenza, Ruoti, Brienza, Venosa, Banzi?  Le aree archeologiche di San Chirico Nuovo sostituite dai mostri di acciaio? La distruzione di templi e fontane storiche? I paesaggi rurali delle contrade potentine? Lo scempio di Balvano? Le architetture e i paesaggi agricoli tra Tolve, Oppido Lucano e Genzano? Li avete visti i tralicci di Terna e i suoi impianti eolici che violentano quelle terre con un’arroganza che umilia persone, vigneti e campi di grano?

No, non si tratta di una misura attesa, si tratta di soldi che bisogna spendere in assenza di una programmazione lungimirante, in mancanza di un’autentica passione per la salvaguardia del territorio. Soldi da spendere in assenza della consapevolezza di quanto sviluppo avrebbe potuto creare la bellezza. Che tristezza leggere Bardi che scrive di “Un territorio che racconta la storia attraverso l’economia agricola tradizionale. Un patrimonio inestimabile che merita di essere valorizzato”. Ma ci prendiamo in giro? E basta con questi rutti retorici lanciati a casaccio. Lei, presidente, c’entra poco con il disastro di questi 20 anni, ma eviti di fare lo gnorri. Si faccia spiegare la faccenda da quelli di prima, ma anche da qualcuno di oggi: Vincenzo Baldassarre e Pasquale Pepe, solo per fare un esempio.