Un fiore da 20mila euro al giudice e il processo si aggiusta video

L’audio che pubblichiamo, racconta in emblematica sintesi, le dinamiche, di quello che, da anni, sembrerebbe un “sistema” illegale di gestione delle procedure delle aste fallimentari.

L’audio che pubblichiamo, racconta in emblematica sintesi, le dinamiche, di quello che, da anni, sembrerebbe un “sistema” illegale di gestione delle procedure delle aste fallimentari.

I fatti riguardano, in questo caso, il tribunale di Taranto. I protagonisti della conversazione nell’audio sono un imprenditore, Tonino, inciampato nei meccanismi del “sistema”, il suo avvocato e il curatore fallimentare nominato dal Giudice. Quella conversazione risale al febbraio del 2014, ma i fatti cui si fa riferimento sono tuttora oggetto di contenzioso. L’imprenditore, due anni prima avrebbe subito due aggressioni o più precisamente, come egli dice: “Hanno tentato di uccidermi”. Fatto sta che in una delle due aggressioni il signor Tonino ha perso la vista all’occhio destro. Nella conversazione che pubblichiamo, emergerebbe un tentativo di concussione da parte del curatore il quale afferma di parlare in nome di un giudice delle esecuzioni fallimentari. L’imprenditore, per non avere più fastidi, e chiudere la faccenda, dovrebbe “offrire un fiore” da ventimila euro. Chiudiamo questa parentesi e andiamo a capire che cosa succede nei tribunali di Taranto e di Potenza. Che c’entra Potenza? Ce lo spiegano le vittime: “Il tribunale del capoluogo lucano sembra essere il terminal oscuro di molte denunce contro i magistrati tarantini. L’ultima fermata delle speranze di giustizia. Il luogo dove il cerchio si chiude a danno di poveri cittadini sottoposti a procedure fallimentari o esecuzioni immobiliari. ” (Continua nelle pagine seguenti)

Video correlati

1 di 1