Sanità in Basilicata. Manipolato il concorso da primario: “ma che vuoi che sia”

Il Primario ci aveva querelato per diffamazione, ma il giudice per le indagini preliminari ci ha dato ragione: “i fatti posti a fondamento degli articoli, si sono verificati effettivamente e la ricostruzione giornalistica della vicenda, collegata a un’inchiesta certamente lecita, è stata effettuata con un linguaggio che, ancorché allusivo, è, comunque, privo di intrinseca offensività”

Chi è il protagonista principale di questa storia? Il direttore del dipartimento Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Carlo, Sergio Schettini, che occupa quel posto grazie a un concorso illegittimo e a una nomina altrettanto illegittima su cui la magistratura ci ha messo 30 anni per stabilire la verità. E la verità è che nel lontano 1989 a vincere il concorso fu Angela Lauletta, ma al suo posto nominarono lui. E dunque grazie alla “velocità” della giustizia e alla competenza di taluni magistrati, Schettini per 30 anni ha occupato abusivamente il posto che non gli spettava, e continua ad occuparlo per stratagemmi normativi intervenuti nel frattempo. Uno dei danni provocati da quella “tragedia processuale” è la manipolazione del concorso per primario di Neonatologia all’ospedale San Carlo di Potenza. Ed è proprio da questa vicenda che ripartiamo.

Il concorso manipolato e gli sviluppi recenti

Vi ricordate la vicenda del primario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Carlo di Potenza? No? Ve la ricordiamo noi, a grandi linee, ma se avete tempo e voglia potete rileggervi l’articolo pubblicato il 19 ottobre 2019 con il video che smaschera un concorso truccato.

E perché scriviamo nuovamente su quei fatti? Perché, pare, adesso a distanza insospettabile, il cerchio si chiude dopo un piccolo incidente di percorso. E l’incidente di percorso è stato determinato dal nostro articolo che ha costretto i dirigenti di allora a soprassedere sull’esito che sarebbe stato pianificato da Sergio Schettini e altri. Ma scriviamo anche per chiederci: che fine hanno fatto i protagonisti di quella vicenda?

L’antefatto in sintesi

A quel tempo, siamo all’inizio del 2014, il capo dipartimento di Ostetricia e ginecologia del san Carlo, Sergio Schettini, ha un problema: sistemare la sua compagna con una nomina a direttore della Neonatologia. Ma lei, Simona Pesce, non ha i titoli, bisogna acquisirli. Che si fa? Si fa vincere il concorso all’amica Camilla Gizzi, di cui la Pesce è “discepola e fan” – così dice nel video Schettini. Camilla Gizzi nominerà vicario Simona Pesce la quale acquisiti finalmente i titoli, dopo tre anni diventerà direttore al posto della sua amica. Questo sembrava essere il piano di Schettini. Poi le cose prenderanno un’altra piega.

Per farla breve. Camilla Gizzi vincerà il concorso e prenderà servizio nel gennaio 2016, Simona Pesce sarà nominata vicario l’anno successivo, e dunque come previsto, in seguito alle dimissioni della Gizzi avvenute nel gennaio 2019, dovrà vincere l’avviso pubblico per titoli e colloquio di direttore della Neonatologia indetto il 25 gennaio 2019 e poi rinviato.  Ma la storia riserverà un altro finale.

Perché il posto di dirigente della Neonatologia è stato poi assegnato al dr. Antonio Sisto. La valutazione dei titoli e i colloqui si sono svolti 31 luglio 2019 ma il giorno prima alle ore 6,25 ci arriva un sms nel quale testualmente c’è scritto: “Buongiorno. Sono cambiati gli assetti di potere Pesce è uscita dai giochi. Vincerà tale Sisto, omonimo dell’attuale direttore sanitario. Il concorso era stato spostato apposta per aggiustare la Commissione.”

Antonio Sisto è una scelta che mette d’accordo tutti, smentisce le ipotesi di Basilicata24, è molto gradito al nuovo assessore Rocco Leone. Anche questa nomina è avvenuta nel rispetto della massima trasparenza. Tant’è che il nome del vincitore si conosceva in anticipo. Anche su questo episodio c’è stata una denuncia, è stato aperto un fascicolo, ma dopo due anni ancora non si sa che fine abbia fatto.

E oggi?

Antonio Sisto dovrebbe lasciare a breve il posto per altri incarichi fuori regione, probabilmente a Teramo, e si riaprono i giochi: il meccanismo che si era inceppato per causa dei nostri articoli, si rimette in moto. “Sono passati due anni, ormai la gente ha dimenticato, ora si può.” Si può cosa? “Sistemare Simona Pesce al posto di Sisto.” Sarebbe questa l’intenzione di qualcuno, ma nei palazzi circola ancora troppo nervosismo: “bisogna evitare altri casini”. Staremo a vedere come finirà. Tuttavia, oggi vogliamo riflettere su un’altra faccenda: dove sono finiti i protagonisti di quel video imbarazzante che narra di una vicenda altrettanto imbarazzante?

Tutti ben piazzati e promossi

Un cittadino normale penserebbe a provvedimenti disciplinari, fascicoli giudiziari, indignazione civile. Macché. Niente di tutto questo. Anzi la vicenda, come altre simili in questa regione, non ha suscitato un bel niente, a parte, probabilmente, qualche privata e inutile indignazione.

Di sanzione sociale non se ne parla nemmeno, anzi, i protagonisti di brutte faccende, frequentano tranquillamente i loro circoli, partecipano come relatori ai seminari organizzati dai soliti imitatori di vip. Queste fotocopie di personaggi televisivi che organizzano incontri e convegni invitando quella gente, senza mai fare le domande giuste, campano di aria stufata e di chiacchiere fritte. Sono posatori di passerelle, sbadati che ogni mattina dimenticano la coscienza sul lavandino. Ecco, la prima cosa che manca in questa regione è la capacità di sanzionare socialmente comportamenti illegali.

Qualcuno, dalle parti del cosiddetto Palazzo di Giustizia, ha indagato Sergio Schettini? Macché. Un video nel quale un primario confessa di aver manipolato un concorso con la complicità dei dirigenti dell’ospedale, avrebbe fatto saltare sulla sedia qualunque magistrato. Ma qui evidentemente non abbiamo le sedie. Certo, hanno indagato su altre vicende di nomine al San Carlo, sempre trattate dal nostro giornale, ma il nome di Schettini non c’è.

I dirigenti della sanità hanno assunto provvedimenti disciplinari o per lo meno, li hanno sollecitati? La direzione dell’ospedale ha per caso aperto un’inchiesta interna? Macché. “Che vuoi che sia un concorso manipolato”. Da queste parti quella frase “che vuoi che sia”, applicata in ogni circostanza, ha di fatto ridotto la regione nelle condizioni che sappiamo. In aggiunta è cresciuta la quantità di latte versato per piangere sul latte versato.

Sergio Schettini continua a fare il direttore del dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Carlo di Potenza. Simona Pesce, è ancora lì, a fare in sostanza il vice del primario del quale vorrebbe prendere il posto. (E oggi, in effetti è primario nominata da Spera, ndr). Camilla Gizzi è a Roma a fare il primario al “Sandro Pertini”. Tutti gli altri sono ben piazzati in posizioni apicali in Enti pubblici e privati.

Inchiesta pubblicata l’ultima volta il 12 maggio 2021

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Per chi volesse riascoltare il video con la confessione pubblica, eccolo qui