Total, Tempa Rossa. L’impianto è in prova o in produzione?

Pare che se la spassino allegramente senza pagare alcunché alla faccia dei lucani

L’assessore all’ambiente della Basilicata, Gianni Rosa, intervenendo lunedì scorso ad un convegno sul petrolio organizzato dalla Cisl a Cirigliano, ha dichiarato che a Tempa Rossa, in questo periodo di prova si estraggono 10-15mila barili. Una quantità compatibile con una fase di prova. Fase che si sarebbe già conclusa nell’aprile scorso e che è stata prorogata fino al prossimo mese di dicembre.

Dunque la Total, da quelle parti, tra fiammate anomale e fumate oscure non sarebbe ancora in produzione: ricordiamo che a regime si prevede l’estrazione di 54mila barili al giorno. E mentre l’assessore parla di 10-15mila barili, la Total appena un mese fa dichiarava di aver limitato la produzione a 25mila barili per causa del Covid. Negli accordi è previsto un quantitativo a forfait? E di quanti barili si tratta?

Intanto, fonti attendibili, ci raccontano che ieri 23 luglio, alla mensa nello stabilimento, qualcuno ha festeggiato con lo spumante il risultato di 40mila barili estratti. Cinquemila in più del giorno precedente. Se così fosse l’impianto sarebbe in produzione senza pagare le royalty e in aggiunta – come abbiamo verificato nelle ultime settimane – senza dare grandi garanzie di sicurezza. Danno e beffa.

Dunque, o non c’è stato alcun festeggiamento per la quantità di greggio estratto (40mila barili), oppure l’assessore Rosa narra senza riscontri alla mano. Magari, in buona fede, parla in base alle veline fornite dalla Total.

In una situazione del genere, i lucani non solo non possono e non devono fidarsi della multinazionale francese, ma devono fugare ogni dubbio sulla capacità di controllo della Regione e sui rapporti di forza tra la Total e la politica. Questo vale anche per l’Eni.

Per fugare ogni dubbio è necessario che qualcuno, un terzo di riconosciuta reputazione, vada a verificare i livelli di produzione. Cosa, tra l’altro, che bisognava prevedere negli accordi, come da più parti suggerito da anni.

Abbiamo scritto in tutte le salse, con articoli e inchieste, che della Total (e dell’Eni) non bisogna fidarsi, ma oggi ricominciamo a dubitare anche di chi aveva promesso grandi cambiamenti.